sabato 8 gennaio 2011

Bancario sottomesso sulla Siena Firenze

Questa mattina le due poltroncine sul bus tutte per me non ho potuto averle. Ho guadagnato la mia postazione alle sette e cinque minuti primi, abbandonando però subito la speranza di isolamento e comodità totale. Pullman stipato.

Ultima fermata prima di imboccare la superstrada: "Scusi posso?" "Sì certo".
Uomo sulla cinquantina, distinto, bell'abito, profumo detestabile, dell'alito non dico.
Parla a bassa voce, con molta calma, posatezza. Sommesso in tutta la persona.

Riassunto dell'ora e mezza successiva:
"È pieno stamani eh? Pensi che io lo faccio tutti i giorni da ventiquattro anni. Lavoro in banca. Parto alle sette di mattina e torno alle otto di sera. E la mi moglie non si vuole trasferire a Firenze. Sa io non decido niente in casa mia. E il week end almeno faccio qualcosa di diverso: a mia moglie le cose di casa non piacciono molto, quindi mi lascia tutti i lavori da fare... O se no mi fa tornare a Firenze per fare shopping (sa lei porta ancora minigonne e tacchi a spillo). Io guido pago e faccio da facchino. Mi vuole dare la borsa che lì sta stretta (mentre si batte le mani sulle ginocchia)? Tanto ci sono abituato. Vede ci sono persone in piedi. Fossero signorine cederei loro il posto. La mi moglie ci tiene moltissimo a queste cose. Guai se non le apro la porta, se non le cedo il passo, se non le sposto la sedia. E poi sono sempre io a fare pace...! Fosse per lei....
E al mare ci va? Mia moglie ha una casetta a Follonica. Andiamo lì in vacanza e lei appena arriviamo dice "Ah io sono in ferie!". Beh non cambia nulla rispetto a quando siamo a casa, tanto devo fare comunque tutto io.
Ma anche a Bolzano comandate voi donne? Sì comandate dappertutto. Ah ma i matrimoni che durano più a lungo sono quelli in cui comandano le donne.
È fidanzata lei? Sa ai nostri tempi queste cose erano diverse... ci si fidanzava a vent'anni, ci si sposava a venticinque e a trenta il figlio.
Mi ha messo i piedi in testa a vent'anni e non me li ha più tolti."

Deve scendere alla prossima fermata, a due passi dalla banca. Sistema la giacca, stringe il nodo della cravatta, indossa il cappotto, prende la 24 ore, mi saluta:
"Buona giornata dottoressa!"

Poi il pullman si è fermato. Piantato. Non andava più avanti ma solo indietro... Rotto, in panne. 
Ci ha mollati lì, non so nemmeno dove e il resto me lo sono fatto a piedi.

2 commenti:

  1. E questa storia insulsa che la racconti a fare? Oppure ha un significato recondito che mi sfugge? Mah...

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    1. ciao ANONIMO!!!!! (bel nome)!
      questa è la storia della pochezza umana, della sottomissione e della tristezza di alcuni individui.

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